venerdì 25 maggio 2007


i tre giorni della cosa giocosa


Appunti per il programma

La festa di Comunità
a Monteleone di F. e dintorni
(può inserirsi nel filone Saggi Paesaggi)

Premessa
Nel novembre del 2006 la casa di mattoni, comunità educativa di accoglienza per bambini e adolescenti domiciliata a Monteleone di Fermo ed espressione della coop. Soc. Nuovaricerca-AgenziaRes, ha accolto i primi due adolescenti (due dei minori albanesi che periodicamente sbarcano clandestini nel porto di Ancona), nei locali ristrutturati di quella che era la scuola elementare del paese.
L’avventura e sfida educativa in realtà era già avviata, prima ancora dell’arrivo dei ragazzi accolti, avendo il gruppo di operatori, non ancora attivo come equipe della struttura familiare, scelto di ‘abitare’ il territorio e di sperimentare un graduale inserimento e coinvolgimento nel tessuto della comunità locale, prevedendo che il nascere di una comunità in una realtà territoriale come quella di Monteleone poteva anche avere, almeno nell’immaginario delle persone, un impatto disgregante.
Si è cominciato così a conoscere le persone, i luoghi, le situazioni, gli umori, i bisogni, le teste, il modo in cui il sorgere della casa di mattoni veniva percepito; e, cosa non indifferente, ci si è cominciati a conoscere anzitutto come persone.
Ciò ha favorito il ruotare intorno alla Casa di persone del posto e non, magari interessate ad alcune attività ‘integrative’ che la comunità cominciato a proporre (spicchi di teatro, musica popolare, laboratorio di materiali riciclati, incontri aggregativi con la popolazione, ricerca-azione su bisogni e desideri per il paese) o più semplicemente interessate ad un nuovo stare insieme o anche ad un modo nuovo di pensare.

Finalità
Questa premessa ha un senso: esplicitare uno stile di intervento, nel campo delle politiche pubbliche, che è metodo e fine al tempo stesso e si lega alla visione dell’azione sociale come sfida aperta per una intera collettività e come opportunità di empowerment comunitario e nuova socializzazione.
Da ciò deriva una volontà di accrescere relazioni e consolidarle intorno a progetti di sviluppo socio-culturale; nello specifico del gruppo aggregato intorno alla comunità di Monteleone si è così cominciato a ragionare sulla costruzione di una specie di polo culturale della socialità, della sostenibilità, della cultura ludica, della comunità.
Proposta
Nell’ambito di questa idea più ampia si è ipotizzata l’organizzazione, quasi in chiave inaugurale, di un evento, di un momento intenso, attraverso cui presentare a tutti, con un approccio d’impatto, una specie di anteprima condensata del progetto globale del polo culturale: una tre-giorni, una specie di festival della comunità (intesa nel senso allargato di comunità territoriale, d’appartenenza). Non si intende qui un festival nel senso abituale del termine, ovvero un evento fatto di esibizioni e di spettatori. Si immagina, piuttosto, una programmazione che proponga esperienze di incontro, occasioni di comunicazione, momenti di esplorazione e di sperimentazione del senso comunitario; situazioni che possano essere vissute da tutti non in quanto fruitori passivi ma in quanto partecipanti. Una serie di iniziative che stimolino la riflessione sul fare comunità, declinata secondo attività e linguaggi diversi.

Le attività
Il perno della tre-giorni sarebbe individuato in un laboratorio ludico/teatrale sul tema, spalmato lungo l’arco dell’evento e rivolto a tutti; una sorta di forum di comunità aperto, con recitazioni, incontri, giochi verbali, spazi collettivi di condivisione, in cui coinvolgere la gente locale ed eventualmente aperto a chi altro volesse prenderne parte; un esperimento di riflessione partecipata, giocosa e creativa, a cavallo tra l’intenzione pedagogico-sociale e l’espressione artistica, comunque alla portata di tutti. La struttura e la regia del laboratorio potrebbe essere affidata all’attore-regista (teatrale e cinematografico) Antonio Rezza, non nuovo a esperienze e tematiche del genere e che, contattato, ha dato una prima calorosa disponibilità.
Il forum-aperto vorrebbe così essere il perno di una globale esperienza dell’incontrarsi, che includerebbe anche altre azioni e spettacoli creativi (musica di spessore, poesia nel bosco, passeggiate musico-letterarie, readings e video-produzioni) e da un fare insieme guidato e accompagnato (campeggio, pranzi e racconti di comunità, abilità manuali-artigianali, camminate di esplorazione ambientale-naturalistica); il tutto nel segno della relazione e della comunicazione tra persone. Si pensava anche ad un coinvolgimento delle piccole realtà produttive della zona impegnate in un discorso di eco-sostenibilità e all’apertura di uno spazio di conoscenza e di rivalutazione dell’esperienza storica delle Comunanze Picene.
Un possibile schema di festival potrebbe così essere sintetizzato:
comunità dell’accoglienza
attività legate a spazi informali e spontanei condivisi: attrezzatura e organizzazione del campeggio e della logistica; pranzi; piazze di incontro con persone e realtà locali; prodotti creativi aperti (video, teli artistici, etc)
comunità della comunità (scena)
laboratorio teatrale sulla comunità
comunità dell’incontro
laboratori/incontri legati a: musica, poesia, ambiente e natura, video-produzioni
comunità del pensiero
riflessioni su esperienze locali di comunità: storia (comunanze picene, comunanze piemontesi); cultura (comunanze.net, associazione piuconmeno); politica (bilanci partecipati – provincia)
Dettagli sulle attività
Di seguito si elenca la serie delle proposte possibili per un eventuale programma:
· Laboratorio di teatro, con Antonio Rezza
Azione permanente nei tre giorni, già descritta sopra come perno centrale del festival e incentrata su più attività:
o due/tre spazi-laboratorio, anche diversificati tra loro ‘tecnicamente’(chi più didattico, chi più pedagogico; chi più giovanile, chi più miscellaneo) ma accomunati da alcuni elementi trasversali: coinvolgimento spontaneo, luoghi di incontro aperti, vissuti di quotidianità locale, interrelazione con altri momenti del festival
o uno spettacolo scenico serale di A. Rezza (“Io”, grottesca rivisitazione del tema dell’individualismo del mondo consumistico)
o uno spettacolo forum finale con i partecipanti del laboratorio
· Laboratorio di musica
La musica come luogo e tempo di incontro della comunità. La scelta prevede l’aggancio con gruppi dei circuiti ‘minoritari’, ma che possono svolgere e sono disponibili, anche come inclinazione ‘ideologica’, a congiungere azione (esecuzione) e pedagogia (imparare, ascoltare, condividere).
Alcune ipotesi possibili
o Concerto dei Virginiana Miller: laboratorio mattutino-pomeridiano con gli stessi, aperto a ragazzi e giovani su “come scrivere, musicare, registrare una canzone” (con la collaborazione di SoundLab, associazione di promozione del copyleft e dell’autoproduzione musicale).
o Concerto de Le Loup Garou: laboratorio di approccio giocoso alla musica, per bambini.
o Momenti di musica popolare di gruppi del territorio, con laboratorio sulla musica popolare, la raccolta delle esperienze locali e balli di piazza sui ritmi del saltarello
· Laboratorio di poesia
La poesia in particolare e la letteratura come altro luogo e tempo di incontro comunitario, in spazi aperti dove portare i sentimenti sommersi quotidiani e condividere non l’arte delle belle parole ma brividi e sussulti interiori. In particolare si vuole dare voce e aria all’altra poesia, quella che si chiude tra le mura di casa nel buio dei cassetti, o tra i cestini delle strade delle grandi città. È il momento della poesia dei non poeti, di chi percepisce le cose sensibili senza nessuna pretesa di trasformarla in arte ma semplicemente per darne libero sfogo. In particolare si pensa di invitare scrittori di strada e più in generale di coinvolgere persone del posto che abbiano desiderio di ascoltare o esprimere quotidiani sentimenti sommersi e non mediatici, come un altro punto di congiunzione del vivere collettivo.
Possibili ipotesi:
o Reading di poesia e letture itineranti lungo i vecchi sentieri del territorio e/o presso luoghi aperti di convivialità (ad esempio, le aie in disuso)
o Laboratorio di poesia: Il pensiero,il suono,il bosco. L’idea è di costruire pseudo-stazioni poetico-sonore all’interno di spazi verdi adiacenti al paese, come boschi, vigneti, uliveti o accanto a ruderi rurali. Durante le letture alcuni musicisti di musica elettronica, con apposita strumentazione (casse, amplificatore, mixer a carico dell’organizzazione) sperimenteranno e affiancheranno i poeti.
Sono stati contattati in tal senso alcuni scrittori e artisti del suono di…
· Laboratorio di video-produzioni
La società dell’immagine è anche la comunità dell’immagine? Probabilmente no ed in questo senso si vorrebbe proporre un laboratorio In presa diretta, vale a dire un laboratorio che segua il farsi del festival ed in particolare le attività dirette e coordinate da Antonio Rezza, filmando i momenti di drammatizzazione e montandoli in tempo reale per produrre un corto-documentario, e che in questo sappia costruire anche momenti comunitari formativi (sia di tipo tecnico: come usare una video, come montare, etc; che pedagogico: riflettere nel rivedersi ‘in presa diretta’, usare nuovi stili di comunicazione, appropriarsi di linguaggi non mediatici). Questo lavoro dovrebbe costituire la memoria delle giornate e divenire uno strumento di indagine e valutazione (lavoro che potrebbe divenire un setting per un confronto diffuso: enti pubblici, agenzie educative, servizi e attori del territorio).
L’attività sarà seguita da una mini troup di Milano di operatori professionisti nel campo di produzioni e post-produzioni video e inclini anche alla ricerca sociale e a prodotti video che ne promuovano momenti di riflessione, che disporranno di una loro regia e una sala di montaggio per produrre in tempo reale un supporto visivo di alta qualità.
Al laboratorio e alle riprese in diretta potrebbero partecipare anche gruppi di studenti o giovani, coinvolti già in progetti di comunicazione e nuove tecnologie (web-radio progetto coop, circuito scuole della provincia di ascoli,…)
· Laboratorio di comunità: Sindrome comune. Testimonianze da comunanze del nord e centro Italia
L’obiettivo è portare allo scoperto testimonianze di nuclei di convivenza radicati in alcuni territori italiani al cui interno sono riassunte le dinamiche naturali di gestione di risorse e conflitti che vanno a costituire un vero e proprio welfare, dove non esiste distinzioni tra ciò che è sociale e ciò che non lo è, ma il comportamento etico e sostenibile rende l’interazione tra persone un’azione che come finalità ha il benessere della comunità.
Il laboratorio vorrebbe promuovere momenti di autoformazione che partano da esperienze concrete di sostenibilità, considerando questi ambiti avanguardie di pensiero e laboratori sperimentali di azioni dirette al benessere della comunità. Gli interventi saranno resi meno formali offrendo come pretesto per l’autoformazione momenti conviviali come un pranzo collettivo, una passeggiata su antichi sentieri, o semplicemente cercando legna e accendendo un fuoco.
Ci sono contatti e disponibilità in tal senso con i montanini della Val di Susa e sono certamente da contattare rappresentanti delle comunanze picene.
· Incontri aperti e accoglienza comunitaria
Il festival, come detto, non è inteso come uno spettacolo o una rappresentazione, ma come un luogo dove si vorrebbe essere il più possibile tutti protagonisti, ma non in una logica da vip o primi attori bensì di con-di-visione, vale a dire di sperimentazione di bene collettivo o comunitario. Per questo l’intento è anche di promuovere spazi spontanei di incontri e spazi costruiti di riflessione e di una generale azione di accoglienza comunitaria, intesa come spazio di riappropiazione del binomio individuo-comunità a partire dal quotidiano convivere: ospitare, pranzare, allestire un evento, guardare una video-produzione, passeggiare...
Le ipotesi in tal senso riguardano:
o racconto e confronto su nuovi stili comunitari, in particolare legati a a partire dal confronto con le esperienze proposte nel laboratorio di comunità, si vorrebbe coinvolgere anche culture ed esperienze locali su progetti e riflessione della nuova comunità globale: ad esempio, un rappresentante rappresentante del circuito comunanze.net; un rappresentante dell’associazione… per la sostenibilità sociale e civile; un rappresentante ‘pubblico’ di esperienze legate a bilanci partecipati
o coinvolgimento di persone locali, atte a far conoscere vecchie e nuove mestieranze e i connessi vissuti socio-economici; si pensava più in specifico a una sorta di mercatino comunitario lungo i viottoli del paese, con un obiettivo non esclusivamente commerciale, legato alla vendita di prodotti, ma con modalità più inclini ad una idea di conoscenza e racconto, includendo sia attività legate a settori tradizionali (agricoltura, artigianato) e loro eventuale rideclinazione (idee di esempio: biologico e lotta integrata, accoglienza agri-turistica e risorse connesse, artigianato artistico, pastorizia e produzione casearia,…), sia attività legate più a settori ambientalisti, sociali e culturali (musei e storia locale, sentieristica e suo riadattamento, escursionismo alpinistico, esperienze aggregative ed educative locali, progetti di area territoriale, etc). Le modalità di comunicazione (accoglienza, visualizzazione, materiali, spazi e luoghi, strumenti) dovrebbero essere il discrimine per un incontro di qualità
o accoglienza comunitaria, attraverso: l’allestimento di una logistica di ospitalità soprattutto in riferimento ad un target giovanile (si è pensato insieme alla locale Pro-loco della possibilità di un campeggio, come spazio di accoglienza più giovanile e anche comunitaria; si possono comunque utilizzare anche i locali ostelli della gioventù, come pure si è pensato anche a un possibile, seppur ridotto, circuito individuale e informale di ospitalità e scambio); l’allestimento di spazi di comunicazione (un angolo video, teli/materiali/luoghi da pitturare-trasformare per giovani creativi); attraverso pranzi condivisi informalmente; attraverso passeggiate notturne con soste musicali e brevi letture a tema

Organizzazione
Tempi: Si vorrebbe realizzare l’evento verso la fine del periodo estivo 2007 (fine agosto – primi di settembre).
Durata: l’evento si snoderebbe tra venerdì sera e domenica sera-notte
Programma: ciò che è stato descritto è una idea-programma di massima, in tutti i suoi aspetti, all’interno del quale, a secondo del budget disponibile, operare selezioni.
Costi: nella realizzazione del festival si prevede una buona disponibilità di apporto volontario del gruppo organizzatore, oltre che di ottimizzare i costi nella scelta dei partecipanti e promotori dei laboratori (persone peraltro sensibili ai temi proposti); si ritiene comunque di poter garantire una copertura minima delle attività e dell’organizzazione e attrezzatura logistica con una cifra intorno ai 15.000 euro. Ovviamente qualità e quantità delle attività saranno proporzionali al budget disponibile, rispetto al quale si cercheranno anche forme di sponsorizzazione e sostegno a varia tipologia (invito alla Provincia anche a cercare insieme tali forme e sostegni)

martedì 8 maggio 2007

PLENARIA COSA GIOCOSA

POSSIMA RIUNIONE DELLA COSA GIOCOSA
GIOVEDì 17 MAGGIO
ORE 14.00
CASA DI MATTONI
MONTELEONE DI FERMO